
Sergio Notario è nato nel 1934 ed è mancato il 20 marzo 2022. Frequentò il liceo D’Azeglio e successivamente la Facoltà di Lettere, laureandosi con Giovanni Getto nel 1961. Svolse la sua attività professionale come dirigente dell’ENEL, occupandosi, tra l’altro, di formazione del personale. Sia durante il periodo lavorativo che successivamente in modo più intenso ha scritto prosa e poesia, partecipato a eventi teatrali, collaborato con diverse Associazioni Culturali finendo per diventare un pilastro e vicepresidente della Associazione Culturale Due Fiumi. Tutte le sue attività erano connotate come con i colori di un grande affresco, tanto che per tutti divenne presto “il poeta colorato”. Più di recente è stato titolare della cattedra di Lingua e Cultura piemontese presso l’Università della Terza Età di Torino e di Moncalieri, collaborando anche con il Centro Studi Piemontesi. Da segnalare, in questo campo, la libera traduzione in piemontese, con Simone Spaccasassi, del Manifesto del Partito Comunista/Tilèt dël Partì Comunista di Karl Marx (edizioni Zambon, con la collaborazione del Centro Studi Piemontesi).

Poesia di Sergio Notario “Divisione Matteotti Davito Giorgio”, legge Marino Tarizzo – Musica: pixabay.com, IuliusH, Bella ciao, italian partisan folk song

Giulia Avetta nasce a Cossano Canavese (Cascine Avetta) il 12 aprile 1908 da genitori contadini.
Frequenta la scuola elementare a Cossano e per la sua bravura la famiglia le fa proseguire gli studi all’Istituto Magistrale Moreno di Ivrea.

Con il diploma magistrale inizia la sua carriera di insegnante prima a Racconigi, poi a Ribordone, quindi definitivamente a Cossano dove dedica la sua lunga esistenza all’educazione di generazioni di Cossanesi: l’impegno di quaranta anni di insegnamento viene premiato con la Medaglia d’oro all’istruzione.
Prende parte attiva la resistenza dal 1943 fino al termine della seconda guerra mondiale, partigiana disarmata sempre pronta a dare ai perseguitati un rifugio e ad adoperarsi anche a rischio della propria vita per la loro salvezza.
È stata sindaco del suo paese per tre legislature ed ha promosso la costituzione del Consorzio Irriguo Adriano Olivetti per valorizzare l’agricoltura del suo paese e l’acquedotto consorziale di Masino per fornire acqua potabile a tutti gli abitanti.
Poetessa di raffinata sensibilità artistica con poesie schiette e vivaci ha celebrato il mondo contadino e la terra canavesana pubblicando due volumi di poesie vincitori di concorsi nazionali nel 1955, e nel 1981 un terzo volume “Poesie e racconti” a cura di G.B. Trovero.
Muore il 24 ottobre 1987 lasciando un grande rimpianto in tutti coloro che l’hanno conosciuta ed amata.
Poesia di Giulia Avetta “I partigiani dormono in piedi”, legge Piera Giordano – Musica: pixabay.com, Icsilviu, Rxtreme Sadness

Tullia De Mayo nasce a Napoli il 13/07/1922, e muore il 28/05/2001 a Cuorgné (TO).
Appartenente a una famiglia antifascista e partigiana (il padre Tullio, di origini palermitane, è comandante di polizia della 47a brigata Garibaldi e poi della 3a brigata autonoma Matteotti, e cadrà durante la lotta di Liberazione; il fratello Claudio, nato a Napoli, sarà riconosciuto patriota per l’attività svolta con la 24a brigata SAP), dopo l’8 settembre De Mayo convince i soldati di stanza a Cuorgné a darsi alla macchia e collabora a organizzare lo spostamento in montagna. Dal settembre al dicembre 1943 è “collaboratrice e informatrice” delle prime bande partigiane; dall’inizio del 1944 fino a maggio è “propagandista e guida”; successivamente, e fino alla Liberazione, dirige l’infermeria partigiana di Forzo, frazione di Ronco Canavese, in Valle Soana, nelle file della 47a brigata Garibaldi. Durante la Resistenza conosce il comandante di distaccamento dalla 49a brigata Garibaldi, Vincenzo Viano, che diventerà il suo compagno di vita. De Mayo contrae la tubercolosi durante i mesi in montagna, e nel settembre del 1944 è costretta a un periodo di convalescenza, in clandestinità, a Torino. La malattia si aggraverà: affetta anche da neurite ottica, nel tempo rischierà la cecità. Nel dopoguerra tale invalidità le impedirà di lavorare. Le sarà riconosciuta la qualifica di partigiana combattente invalida.
Nel 1970 diviene consigliera comunale di Cuorgné. In quegli anni Tullia fonda anche un collettivo di recitazione, intitolandolo “Che Guevara”.
Poetessa e scrittrice, attiva nell’ANPI, De Mayo scrive con il compagno Vincenzo Viano “Il prezzo della libertà”, resoconto dell’esperienza partigiana. Dalle sue opere poetiche il regista Gianfranco Brazzarola ha tratto nel 2002 lo spettacolo teatrale dal titolo “Ancora grido il mio credo nell’uomo”. Muore a Cuorgnè il 28 maggio 2001. (tratto da ARCHOS – Istoreto)

Poesia di Tullia de Mayo “Era il 30 di settembre”, legge Piera Giordano – Musica: pixabay.com, Amaksi, War drums
Poesia di Tullia De Mayo “Un giorno qualunque”, legge Piera Giordano – Musica: pixabay.com, Denis Pavlov music, Tragic sad mourning grief despair lament
Poesia di Walter Azzarelli “Preghiera del Partigiano”, legge Piera Giordano – Musica: pixabay.com, Meditative Tiger, Monastery Morning Bell Ritual
Poesia di Giulia Avetta “Fuga dall’olocausto”, legge Marino Tarizzo – Musica: pixabay.com, Music for video, Hevenu shalom aleichem
Poesia di Tullia De Mayo “Uomo ascolta”, legge Marino Tarizzo – Musica: pixabay.com, RocKot, Eona emotional ambient pop
Poesia di Tullia De Mayo “Hanno sparato”, legge Marino Tarizzo – Musica: pixabay.com, Yevhen Astafiev, Epic war trailer music
Poesia di Tullia De Mayo “Non fingete di non vedere”, legge Piera Giordano – Musica: pixabay.com, Scottish Person-Sound Effect e Jeremay Jimenez-Scotland EAS Alarm
Poesia di Tullia De Mayo “Mio fratello”, legge Piera Giordano – Musica: pixabay.com, Damiel Vargas Luiz, The peruvian flute